Quando un videogioco arriva sul mercato internazionale, non basta averlo sviluppato in una sola lingua: occorre un processo ben organizzato che consenta di adattarlo a più Paesi. Questo percorso, che chiamiamo localizzazione, segue diverse fasi e coinvolge figure professionali specializzate.
Vediamo insieme come funziona il “ciclo di vita” di un gioco localizzato, dall’idea iniziale fino alla versione che arriva nelle mani dei giocatori.
1. Pianificazione e preparazione
Tutto parte già in fase di sviluppo. Gli sviluppatori devono decidere quali mercati target intendono raggiungere e pianificare fin da subito come gestire i testi, i dialoghi e le risorse grafiche.
Spesso si lavora con stringhe di testo separate dal codice (per esempio in file XML o CSV) per permettere ai traduttori di lavorare senza rischiare di danneggiare il gioco.
Esempio positivo: The Witcher 3 è stato progettato con una forte attenzione alla localizzazione. CD Projekt RED ha fornito agli adattatori strumenti e contesto, così i traduttori hanno potuto lavorare mantenendo intatta la complessità narrativa
2. Traduzione e adattamento
In questa fase entrano in gioco i localizzatori, che si occupano non solo di tradurre i testi, ma di adattarli culturalmente.
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Battute e giochi di parole vengono ricreati.
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Nomi e termini tecnici vengono uniformati tramite glossari.
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I dialoghi vengono resi naturali nella lingua di destinazione.
Esempio positivo: la localizzazione italiana di Monkey Island è ancora oggi ricordata come un modello di creatività, grazie a traduzioni brillanti che hanno reso memorabili le battute di Guybrush Threepwood.
Esempio negativo: Zero Wing per Sega Mega Drive è diventato un caso di studio a causa del famigerato “All your base are belong to us”, traduzione letterale dall’originale giapponese che non aveva alcun senso in inglese. Questo è accaduto perché, ai tempi, ancora non si utilizzavano traduttori professionisti madrelingua, ma spesso i testi (in questo caso in giapponese) venivano tradotti direttamente in-house da persone che cercavano di fare del loro meglio con la conoscenza che avevano dell’inglese.
3. Doppiaggio e integrazione audio
Se il gioco prevede il doppiaggio, dopo la traduzione dei copioni si passa alla registrazione con attori madrelingua. Qui il compito è duplice: rendere fedele l’interpretazione e, quando serve, adattarla alla sincronizzazione labiale o ai tempi di gioco.
Esempio positivo: la saga di Assassin’s Creed è stata spesso elogiata per la qualità del doppiaggio italiano, in grado di restituire atmosfera e credibilità ai personaggi.
Esempio problematico: in Resident Evil 1 (versione originale del 1996), il doppiaggio inglese è diventato celebre per la sua scarsa qualità, contribuendo a rovinare, purtroppo, la tensione narrativa del gioco. Il problema è nato dal fatto che il doppiaggio dei videogiochi, al tempo, era ancora ai suoi inizi; non esistevano studi specializzati che potessero effettuare un lavoro professionale, quindi spesso i risultati lasciavano a desiderare.
4. Integrazione tecnica e testing
Una volta tradotti e doppiati, testi e audio vengono inseriti nel gioco. A questo punto entra in scena il LQA (Linguistic Quality Assurance), ovvero il testing linguistico.
I tester controllano:
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che i testi non escano dai riquadri dell’interfaccia;
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che le traduzioni siano coerenti con le situazioni di gioco;
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che non ci siano errori di battitura o problemi di encoding dei caratteri.
Esempio negativo: in alcune versioni localizzate di Pokémon, i nomi troppo lunghi causavano tagli improvvisi o testi sovrapposti nei menu.
5. Pubblicazione e aggiornamenti
Una volta rilasciato il gioco, la localizzazione non finisce. Con gli aggiornamenti, le espansioni o i DLC, i team di traduzione continuano a lavorare per garantire coerenza e qualità.
Esempio positivo: Final Fantasy XIV, MMO costantemente aggiornato, è considerato un esempio virtuoso per la coerenza linguistica mantenuta nel corso degli anni in tutte le versioni.
Insomma, il ciclo di vita di un videogioco tradotto è un lavoro di squadra. Coinvolge sviluppatori, traduttori, editor, attori e tester. Ogni fase è cruciale: un errore di pianificazione può compromettere tutto il processo, mentre una buona sinergia tra i reparti può trasformare un gioco in un successo globale.
La localizzazione è quindi un investimento strategico: non solo rende un titolo accessibile, ma ne determina anche la qualità percepita e la capacità di conquistare i giocatori in tutto il mondo.