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Le sfide della localizzazione degli RPG

I giochi di ruolo, o RPG (Role-Playing Games), sono tra i titoli più complessi da localizzare. Non si tratta solo di tradurre testi: bisogna adattare universi narrativi interi, con regole, culture e personaggi coerenti. In un RPG, ogni parola contribuisce a costruire il mondo.

Localizzare un titolo di questo tipo significa immergersi in una costruzione linguistica e simbolica dove la terminologia, il tono e le sfumature culturali hanno un impatto diretto sull’esperienza del giocatore.

Una montagna di testo (e contesto)

Un RPG può contenere centinaia di migliaia di parole: dialoghi ramificati, descrizioni di oggetti, voci di diario, missioni secondarie, interfacce.
Il volume è tale che la coerenza linguistica diventa una sfida quotidiana.

Esempio:

  • Inglese: “The Blessed One descends from the light of Elyndor.”

  • Traduzione letterale: “Il Benedetto discende dalla luce di Elyndor.”

  • Adattamento efficace: “Il Prescelto scende tra noi, guidato dalla luce di Elyndor.”

La seconda versione restituisce la solennità tipica dei toni epici, ma suona più naturale per un pubblico italiano.

Le sfide principali:

  • Mantenere uniformità terminologica (nomi di luoghi, abilità, oggetti).

  • Gestire file testuali frammentati senza perdere il contesto narrativo.

  • Tradurre con coerenza anche i registri linguistici: il modo in cui parlano un re, un contadino o un demone deve essere coerente e riconoscibile.

 Terminologia fantasy e coerenza dei mondi

Ogni RPG ha un suo universo lessicale. I termini possono avere radici mitologiche, linguistiche o inventate. Il localizzatore deve diventare, in un certo senso, un “linguista del mondo”.

Esempio: The Elder Scrolls V: Skyrim
Il termine “Shout” (abilità dei Dovahkiin) fu tradotto in italiano come “Urlo”.
Tecnicamente corretto, ma in inglese il termine aveva un’aura sacrale (“Thu’um”) che nella localizzazione rischiava di perdersi.

Per risolvere problemi simili, spesso si ricorre a glossari condivisi e guide di stile interni al team.
L’obiettivo è creare un lessico coerente che resti stabile tra missioni, DLC e aggiornamenti.

Dialoghi ramificati e scelte multiple

Un RPG moderno non è lineare: ogni scelta del giocatore genera risposte e percorsi diversi.
Questo comporta un’enorme quantità di variabili linguistiche.

Esempio: Mass Effect
Il sistema dei dialoghi a ruota (Paragon/Renegade) costringe i traduttori a bilanciare toni, emozioni e sintesi.
Un’unica frase deve funzionare come riassunto sintetico della risposta che il personaggio pronuncerà poi.

  • Inglese: “Let’s keep it professional.”

  • Adattamento italiano: “Restiamo sul professionale.”

  • Alternativa più naturale: “Manteniamo un tono professionale.”


Nel contesto del gioco, la prima versione italiana risultava troppo rigida, quasi artificiale. L’alternativa restituisce il tono deciso ma naturale di Shepard.

Culture immaginarie, sensibilità reali

Un RPG spesso attinge a culture reali per costruire i propri mondi — a volte inconsapevolmente.
La localizzazione deve prestare attenzione culturale, evitando stereotipi o appropriazioni.

Esempio: Final Fantasy X
Molti nomi e termini hanno radici polinesiane o giapponesi (Yevon, Spira, Zanarkand). In questo caso, la localizzazione scelse di mantenere i nomi originali per preservare l’esotismo, ma adattò i dialoghi per renderli accessibili ai giocatori occidentali.

Esempio opposto: Persona 5
La versione inglese iniziale è stata criticata per l’adattamento eccessivamente letterale, con dialoghi che suonavano “strani” in inglese, troppo vicini alla sintassi giapponese.
Molti testi sono stati corretti con patch successive.

Localizzare non significa occidentalizzare, ma rendere comprensibile senza snaturare.

Interfacce, inventari e limiti tecnici

Negli RPG, l’interfaccia utente (UI) è un campo minato: testi lunghi, spazi ristretti, variabili dinamiche.
Un termine troppo lungo può rompere la struttura grafica o risultare tagliato a metà.

Esempio tecnico:

  • Inglese: “Steel Two-Handed Greatsword”

  • Italiano: “Spadone d’acciaio a due mani”
    Troppo lungo per alcune interfacce: il testo si interrompe in “Spadone d’accia…”.

Soluzione adottata: abbreviare o riformulare con equilibrio – “Spadone a due mani (acciaio)” – preservando chiarezza e leggibilità.

Il testing linguistico: l’eroe silenzioso

Dopo la traduzione, inizia una fase spesso invisibile ma cruciale: il Linguistic Quality Assurance (LQA).
I tester linguistici giocano il titolo cercando errori, incoerenze o problemi di visualizzazione.

Esempio: The Witcher 3
Il team di localizzazione italiana (Jinglebell Localization) ha curato non solo la traduzione ma anche una revisione in-game continua, garantendo la coerenza tra i dialoghi e le scelte narrative.
Risultato: una localizzazione elogiata in tutto il mondo.

In conclusione, localizzare un RPG significa attraversare un labirinto di linguaggi, culture e sistemi narrativi.
Ogni parola deve avere un senso, un tono e un ruolo nel mondo che il giocatore esplorerà.

La buona localizzazione di un RPG non si limita a “tradurre” — ricrea il mondo in un’altra lingua, mantenendo intatti emozioni, logiche e identità.

È il punto d’incontro perfetto tra traduzione, scrittura creativa e game design: una sfida che, quando riesce, trasforma la semplice comprensione in vera immersione.

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